Con il decreto liquidità n.23/2020 il Governo ha emanato una serie di misure a sostegno per le PMI fino a 499 dipendenti.

Come è noto, le misure consistono nella possibilità di accedere a finanziamenti coperti con garanzia dello Stato, ed in particolare:

Se ci si aspettava l’immissione di liquidità con “la potenza di fuoco” più volte ribadita nelle conferenze stampa, le aspettative sono state disattese.

L’intervento dello Stato, non consiste nell’erogazione di liquidità immediata a fondo perduto, ma fornisce una garanzia – alle banche – a copertura di eventuali scoperti.

Ne consegue che la somma dei 200 miliardi annunciata, verrebbe impiegata solo a fronte di una totale insolvenza del 100% da parte dei richiedenti.

Dall’esame del modulo 4bis pubblicato sul sito del Mise, – l’autocertificazione per l’accesso al credito entro i 25 mila euro – emerge che anche per i prestiti fino a 25.000 euro, ex. Art.13 del decreto liquidità, la procedura agevolata non prescinderà da un’attività istruttoria da parte della banca alla quale è data facoltà di richiedere ulteriori documenti prima di procedere con l’erogazione delle somme.

In fine si rileva che ad oggi le banche non sono ancora in grado di anticipare la liquidità tanto attesa dalla classe imprenditoriale.

Queste sono solo alcune delle problematiche della disciplina in commento analizzate a cui seguiranno altre riflessioni nei prossimi giorni.

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