Il 15 dicembre 2021 la Commissione ha presentato una proposta di rifusione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia che è uno strumento legislativo per conseguire gli obiettivi di decarbonizzazione fissati per il 2030 e il 2050. La proposta è particolarmente importante, dato che al livello dell’Unione gli edifici sono responsabili del 40 % del consumo energetico e del 36 % delle emissioni dirette e indirette di gas a effetto serra legate all’energia. Si tratta pertanto di una delle leve necessarie per realizzare l’ondata di ristrutturazioni mediante specifiche misure di regolamentazione, finanziamento e sostegno volte a raddoppiare, come minimo, il tasso annuo di ristrutturazione energetica degli edifici entro il 2030 ed a incoraggiare ristrutturazioni profonde.

Una delle principali novità della revisione è l’introduzione di norme minime di prestazione energetica per innescare la trasformazione necessaria del settore, in particolare per gli edifici con le prestazioni peggiori.

Pertanto, per quanto riguarda i nuovi edifici, gli stessi dovranno essere a emissioni zero dal 2030, con un anticipo di 2 anni per gli edifici nuovi di proprietà di enti pubblici.

Per gli edifici esistenti, sono previste norme minime di prestazione energetica corrispondenti alla quantità massima di energia primaria che gli edifici possono utilizzare per m² all’anno con l’obiettivo di stimolare le ristrutturazioni del parco immobiliare nazionale.

Per gli edifici esistenti non residenziali, sono previste delle soglie massime basate sul consumo di energia primaria che prendono a riferimento il parco immobiliare nazionale al 1º gennaio 2020. L’obiettivo è portare tutti gli edifici non residenziali al di sotto della soglia del 15% entro il 2030 e al di sotto della soglia del 25% entro il 2034.

Con il raggiungimento di questi obiettivi, agli attestati di prestazione energetica sarà aggiunta una nuova categoria “A0” che corrisponde agli edifici a emissioni zero e una nuova categoria “A+” per gli edifici che, oltre ad essere edifici ad emissioni zero, offrono un contributo alla rete energetica da rinnovabili in loco.

Infine, per ottimizzare la produzione di energia solare, si prevede l’installazione di impianti solari:

– entro il 31 dicembre 2026, su tutti i nuovi edifici pubblici e non residenziali con una superficie coperta utile superiore a 250 m²;

– entro il 31 dicembre 2027, su tutti gli edifici pubblici e non residenziali esistenti sottoposti a ristrutturazioni importanti o profonde con una superficie coperta utile superiore a 400 m²;

– entro il 31 dicembre 2029, su tutti i nuovi edifici residenziali.

L’accordo consente al Consiglio di avviare i negoziati con il Parlamento europeo e una volta raggiunto un accordo politico tra le due istituzioni, il testo definitivo sarà formalmente adottato dal Consiglio e dal Parlamento.

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