“Servono scelte per l’Italia del futuro. Scelte anche controvento. Serve il coraggio del futuro”. Questa l’indicazione venuta da Carlo Bonomi all’assemblea generale di Confindustria.

In allegato la relazione integrale. 

Bonomi si è rivolto al presidente del Consiglio Conte: “Presidente, lei ha detto: “se sbaglio sull’utilizzo del Recovery Fund, mandatemi a casa”.  No, signor Presidente. Se si fallisce, nei pochi mesi ormai che ci separano dalla definizione delle misure da presentare in Europa, non va a casa solo lei. Andiamo a casa tutti. Perché il danno per il Paese sarebbe immenso. Non ce lo possiamo permettere. È tempo di azione comune, oppure non sarà un’azione efficace”.

“Le ambiguità della politica economica non devono aggiungere ulteriore incertezza e sfiducia nel Paese”, ha detto Bonomi. “Nessun provvedimento di politica economica, nessuna misura istituzionale, nessun capitolo di spesa, generano effetti positivi, rilevanti e durevoli senza che la strategia in cui si inscrivono venga compresa e validata dagli operatori economici. Il futuro si può subire, attraversare o invece progettare. E occorre farlo da parte della politica e delle istituzioni coinvolgendo ogni grande soggetto della vita economica e sociale del nostro Paese non solo nell’ascolto, ma nella definizione stessa delle priorità”. 

“Serve un nuovo grande Patto per l’Italia”, ha detto Bonomi. “La nuova produttività che serve all’Italia dopo 25 anni di stasi”- ha aggiunto Bonomi –  “deve considerare contestualmente le politiche di innovazione, la formazione e l’advance knowledge, la regolazione per promuovere l’efficienza dei mercati, le infrastrutture abilitanti sia fisiche (ovvero ICT, logistica ed energia), sia istituzionali (PA, competenze e organizzazione sinergica) e interventi strutturali per la coesione sociale. È su questo concetto ampio di produttività che si devono concentrare le azioni e le politiche dei prossimi anni, con l’obiettivo di massimizzare il ruolo di motore dello sviluppo del sistema delle imprese e del lavoro, e dare una nuova centralità alla manifattura.

“Questo è il fulcro del Patto che chiediamo al governo di scrivere. Con noi e con tutte le parti sociali. Un grande e comune Patto per l’Italia. E il primo ad aver richiamato più volte, negli ultimi mesi, all’urgenza di fissare chiare priorità è stato il Capo dello Stato. Al quale esprimo la più calorosa gratitudine e infinita stima per l’equilibrio e la fermezza con cui svolge il suo mandato di custode della Costituzione, e di grande moderatore della nostra Repubblica”. 

Al Patto per l’Italia è richiesta “una visione alta e lungimirante”, ha aggiunto Bonomi.

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